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In Italia la parata fa novanta

Nell’assolvere il dovere di assemblare rose competitive, i club Serie A continuano con la scelta di privilegiare l’esperienza. Paradossalmente per il ruolo più delicato si preferisce sempre più mettersi nelle mani dei portieri cresciuti nei nostri vivai. Da Sepe e Colombi (classe ’91) al più piccolo Scuffet (classe ’96) passando per i già affermati Bardi, Leali e Perin. E’ il trionfo di una generazione, quella nata dopo Italia 90 e il ritorno prepotente della scuola italiana dopo l’onda straniera che ha segnato sempre gli anni 2000. Un segnale importante anche per il futuro della nazionale: tanti nomi tra cui scegliere l’erede di Buffon nel medio e nel lungo periodo.

Partiamo dalla nazionale dove oggi Mattia Perin, già convocato per Brasile 2014, e stabilmente il terzo portiere alle spalle di Sirigu: è al terzo campionato da titolare in A: dopo aver vinto lo scudetto primavera con il Genoa, è stato anche a Pescara con Zeman. In estate poteva finire al Bayern Monaco per 12 milioni di euro (ne era costato meno di 200.000…) E gode di grande considerazione. Se pensiamo strettamente alla Juve, Invece, il futuro è già scritto: Nicola leali. Non a caso a Brescia, suo vivaio di formazione, l’avevano subito ribattezzato il nuovo Buffon: È andato in prestito in B (Lanciano e Spezia) dopo aver esordito a 18 anni in serie A. Nel giro dell’Under 21, però alle spalle di Bardi e Colombi. In tema di portieri, va ricordato che la Juve controllando anche Vincenzo Fiorillo (classe’ 90,ora alla Samp) è ampiamente coperta nel ruolo. Il futuro dell’Inter, invece, è Francesco bardi, fatto maturare in questi anni in prestito nella sua Livorno e oggi al Chievo: non è un prodotto del vivaio nerazzurro senso stretto (anche se ha vinto un Viareggio con l’Inter), ma ha un destino già scritto. Se fosse partito Handanovic, Avrebbe avuto ottime chance di tornare subito alla base. Alle sue spalle c’è Andrea Seculin (Classe’ 90), ex Fiorentina, in passato in prestito a Juve Stabia e Avellino.

ventenni

Restando in neroazzurro, ma spostandosi a Bergamo, vale la pena sottolineare l’ottimo lavoro del vivaio dell’Atalanta. Dove è cresciuto, per esempio, Simone Colombi: tanta gavetta lega Pro (a 18 anni) e soprattutto in B (Juve Stabia, Modena, Padova e Carpi) prima di finire al Cagliari per 1,5 milioni di euro: è fresco di debutto in serie A. Ed è ovviamente cresciuto nel vivaio dell’Atalanta anche Marco Sportiello: Ha esordito l’anno scorso in massima serie ed è diventato titolare negli ultimi giorni di mercato quando il club bergamasco ha deciso di vendere Consigli al Sassuolo, con la certezza di avere già sostituto in casa. Con lui a Cagliari c’è Alessio Cragno: È un ’94, toscano di Fiesole cresciuto nel Brescia come Leali, titolare l’anno scorso in Serie B è fresco di esordio con l’Under 21. Tenerlo in panchina è un lusso, di sicuro il Cagliari ha fatto un vero affare: l’ha pagato solo 1 milione. Simone Scuffet è stato la rivelazione del 2014, titolare prima ancora di compiere 18 anni, con l’atletico Madrid che in estate era pronto a ingaggiarlo, prendendo atto però della volontà del ragazzo di finire prima le superiori. Per ora Stramaccioni gli sta preferendo il greco Kamezis, per allentare un po’ le pressioni sul ragazzo (che peraltro è un tipo molto concreto e pronto). Anche Luigi Sepe, napoletano di Torre del Greco, cresciuto nelle giovanili azzurre, ha esordito in Serie A da minorenne, poi è andato a fare un po’ di esperienza tra Pisa e Lanciano. A Empoli sulla carta il titolare doveva essere Bassi: lui gli ha subito soffiato il posto, imponendosi come titolare cinque anni dopo l’esordio in A.

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