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Sono finiti i miracoli portieri e papere la galleria degli orrori

Emanuele Gamba. Il caso: Poche grandi parate e tanti svarioni: anche così si spiega il Mondiale senza 0-0. Un ruolo in crisi, 4 anni dopo un’edizione che fece scoprire nuovi campioni

Papere parecchie, paratone poche: non è un Mondiale per portieri, se non abbiamo ancora visto neanche uno 0-0 un poco dipende dal fatto che non ci sono stati degli estremi difensori, come si diceva una volta, immacolati. Continua a leggere Sono finiti i miracoli portieri e papere la galleria degli orrori

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Il portiere fa il regista

di Matteo Pinci (La Repubblica)

Negli ultimi 5 anni il 20% di tocchi in più. Il paradosso di Verona: contro l’Atalanta nessun compagno ha avuto più palloni di Nicolas

Che a calcio si giochi in undici è vero, ma non da molto. È vero da quando qualcuno ha deciso che la prima dote di un portiere non dev’essere più (solo) parare. L’evoluzione della specie è passata attraverso il divieto di raccogliere il retropassaggio di un compagno con le mani, poi dal tiqui-taca di Guardiola. Mercoledì in serie A, il calciatore del Verona che ha toccato più palloni contro l’Atalanta non è stato il regista Fossati. E nemmeno l’ala Cerci o il centravanti Kean ma il portiere Nicolas, 66 tocchi e quasi il 6% del possesso palla totale della squadra. Persino Buffon, leader mondiale della categoria, ha dovuto reinventarsi: cinque anni fa giocava la palla coi piedi una ventina di volte a partita, oggi il 30% delle volte in più (leggi l’articolo Portieri dai piedi buoni ndr). È il segno di una tendenza: da anni, l’incidenza dei portieri sul gioco delle squadre è aumentata in modo esponenziale. In media, i portieri effettuano una settantina di passaggi in più per ogni giornata di campionato. Un incremento di quasi il 20% rispetto a cinque anni fa, quando le squadre erano decisamente più restie a passare dai piedi dei loro portieri. Nel 2012 era Gillet del Torino a ricorrere più spesso allo scambio con i compagni, una trentina di volte a partita. Oggi a Brignoli del Benevento capita di giocare la palla almeno 38 volte. E almeno altri 5 portieri giocano con i piedi oltre 30 palloni a gara. Il primo a introdurre uno stile nuovo fu un olandese che peraltro spiazzava giocando con il numero 8: il mitico Jan Jongbloed, 24 gare con l’Olanda di Cruijff, un mondiale da tabaccaio – fu chiamato in nazionale anche se aveva smesso – e a volte non indossava nemmeno i guanti. Ma era un portiere-libero, non un portiere-regista come quelli di oggi. Guardiola, cresciuto alla scuola del calcio totale nella Masia del Barça, ha valorizzato negli anni la figura del portiere nella costruzione dell’azione. Le difese sempre più alte hanno bisogno di portieri capaci di disimpegnarsi come e meglio dei compagni. Un fuoriclasse della specialità è Neuer del Bayern, ma pure il brasiliano Ederson del City. Le grandi della serie A si sono via via adeguate. Solo cinque anni fa i più bravi a giocare la palla erano riserve o figuranti: Coppola, Storari, Neto, Rosati. Oggi i più precisi coi piedi giocano nelle squadre in lotta per scudetto e Champions: tra i migliori Alisson e Szczesny, Donnarumma e Handanovic, Buffon, Reina e Strakosha, con le sole “intrusioni” di Brignoli e Gollini. In campionato gli scambi palla a terra dei portieri sono sempre più precisi. Cinque campionati fa la media dei passaggi completati dai numeri 1 era di 6,3 a partita, meno di uno ogni 4 palle giocate. Oggi siamo quasi a 11: praticamente raddoppiata e una palla su tre arriva a destinazione. Portieri-registi: e se come Jongbloed hanno un numero diverso dall’1, non si stupisce più nessuno.

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“Posso morire in pace” – Buffon sull’epico mondiale del 2006 vinto dall’Italia

In una lunga intervista rilasciata al canale Youtube Copa90, Gianluigi Buffon ha ripercorso gli avvenimenti più importanti vissuti nella sua carriera: “Io tramite di due epoche? Penso spesso a questa cosa, è un qualcosa di inusuale trovare un giocatore che riesca a congiungere 40 anni di tempo calcistico. Ho iniziato a giocare con quelli degli anni 60 e finirò con quelli del 2000. E’ un qualcosa di cui vado orgoglioso, il calcio è cambiato tanto, è diventato più difficile e nonostante questo mi sono ritagliato un ruolo da protagonista”.

Chi sceglieresti in una squadra di 5 giocatori?
“Io sono molto amico dei difensori e odio gli attaccanti. Diciamo che i più forti contro cui ho giocato sono Ronaldo il brasiliano, Messi, Cristiano Ronaldo e Zidane. Dopo questi 4 vorrei parlare dei miei compagni, quindi tutti i difensori con cui ho giocato, da Thuram a Cannavaro e Ferrara fino a Chiellini, Barzagli, Bonucci e Rugani. Per ottenere grandi risultati in difesa serve anche grande empatia umana e io ci sono sempre riuscito. Questi sono i giocatori che hanno scritto le pagine più importanti del calcio nazionale e internazionale. Fra gli italiani, a livello di talento, metterei Pirlo, Totti, Del Piero e Roberto Baggio. A quel punto, per fare una top five, metto Maldini”. Continua a leggere “Posso morire in pace” – Buffon sull’epico mondiale del 2006 vinto dall’Italia

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Thomas Strakosha e Alisson Becker le chiavi delle porte romane ai numeri uno

La Redazione pubblica due articoli redatti in data odierna (12-07-2017) sulle pagine del Corriere dello sport, riguardanti i portieri di Lazio e Roma. I numeri uno delle società di calcio romane, hanno in comune, oltre la città in cui giocano, la nazionalità estera e due allenatori dei portieri che nelle loro sedute di allenamento, dedicano molto tempo al miglioramento della tecnica specifica. Con la nuova stagione, il portiere biancoceleste ha ottenuto la riconferma come titolare, quello giallorosso, dopo la partenza di Szczesny, la promozione come numero uno.  Continua a leggere Thomas Strakosha e Alisson Becker le chiavi delle porte romane ai numeri uno

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Da Donnarumma a Oblak fino a De Gea: se il portiere costa come un centravanti

Di Carlos Passerini

Prezzi alle stelle, Ederson pagato 40 milioni dal Manchester City. Zoff: “colpa della crisi del ruolo”. 

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L’1vs1 del portiere

di Daniele Borri e Stefano Baroncini

Occupandoci quotidianamente delle dinamiche legate all’addestramento, in quanto uno dei cardini principali dell’allenamento giovanile, riteniamo di fondamentale importanza la scelta della filosofia di gioco che si desidera far attuare e la coerenza con la quale tutti gli allenatori si impegnano nel trasferirla negli atleti. Sara, quindi, decisivo il ruolo del responsabile tecnico che, attraverso momenti di condivisione e confronto con i propri collaboratori, diffonderà la filosofia scelta e, di conseguenza, la tipologia di portiere che si desidera rappresentare. La coerenza con la quale “l’idea comune” verrà trasmessa da parte di tutti allenatori ai portieri, permetterà questi ultimi di riconoscersi sempre nei principi conferitegli indipendentemente dalla categoria o dall’allenatore con il quale dovranno operare all’interno del club. Continua a leggere L’1vs1 del portiere

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La partita vista dai pali: Fort Donnarumma in Juventus-Milan! Esordio di Fulignati in Palermo-Roma

Fai una donazione per ANTI-CIPO ONLUS di Serena Grigioni, associazione nata per finanziare la ricerca sulla neuropatia delle piccole fibre periferiche e autonomiche. Tutti i dettagli nell’articolo e nel video. La Redazione

di Giovanni Albanese (www.bordocampo.net)

“Donnarumma è il futuro Buffon” ha detto l’allenatore Massimiliano Allegri, nel dopo partita di Juventus-Milan. Il valore dell’appena diciottenne rossonero si è visto tutto nel big match della ventisettesima giornata di Serie A, allo Juventus Stadium. Continua a leggere La partita vista dai pali: Fort Donnarumma in Juventus-Milan! Esordio di Fulignati in Palermo-Roma

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La partita vista dai pali: Pepe Reina respinge la rimonta dei giallorossi in Roma-Napoli

di Giovanni Albanese (www.bordocampo.net)

Puoi essere ricordato per una grande parata riuscita, puoi essere messo in discussione per una parata mal riuscita. E’ il vecchio, affascinante, mestiere del portiere, bellezza. E’ quello straordinario punto di vista dal quale in pochi riescono a guardare, anche coloro che pensano di apprezzare le maglie con il numero uno. Tra i tanti luoghi comuni che riguardano gli estremi difensori, si dice che un portiere si riconosce subito perché solitamente è il più folle del gruppo. Forse perché, oltre alla tecnica, si affida al suo istinto per esaltare la reattività. O magari, semplicemente, perché riesce a nascondere la sua spiccata intelligenza per muoversi un attimo prima che la palla arrivi dove lui ha già immaginato. Questione di attimi, frazione di secondi, per fare la differenza. Continua a leggere La partita vista dai pali: Pepe Reina respinge la rimonta dei giallorossi in Roma-Napoli