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Come allenare l’attacco alla palla: alcuni esempi

Piccolo estratto su come allenare l’attacco alla palla. Tra le tante domande che stanno affollando la sezione “Un caffè con Claudio” (dove vi ricordo è possibile fare qualsiasi domanda all’allenatore dei portieri della FC Juventus), spicca quella sull’attacco alla palla. Il filmato è ripreso dal DVD, che pone le basi su di uno studio accurato dell’evoluzione del gioco del calcio, attraverso un’analisi in ambito antropometrico, tecnico e tattico degli attaccanti, dei difensori e dei portieri. Le numerose esercitazioni presenti s’inquadrano in un ordinato processo didattico che inizia dall’impostazione tecnica della parata e culmina con la soluzione di situazioni complesse simili a quelle di gara. L’eserciziario è seguito da due portieri professionisti di massimo livello Luca Marchegiani e Cristiano Lupatelli, coadiuvati da un giovane del settore giovanile della A.S. Roma, Ivan Lanni. Alle sezioni dell’eserciziario sono state abbinate immagini di gioco del massimo campionato (azioni di portieri allenati da Claudio Filippi) con preciso riferimento al gesto tecnico allenato. Trovate maggiori informazioni sul sito di calzetti e mariucci, basta clicckare qui.

5 pensieri su “Come allenare l’attacco alla palla: alcuni esempi

  1. […] of many soccer “cultures” not to want to teach it (especially in Italy, where the ball attack is always […]

  2. […] Neuer e Ter Stegen, ma anche altri portieri come Bounou, Sommer o Burki, hanno evidenziato in campo internazionale come questo tipo di gesto sia in realtà EFFICACE, indipendentemente dalle distanze, e nonostante la riluttanza di molte “culture” calcistiche a non volerlo insegnare (soprattutto in Italia, dove viene preferito l’attacco palla) […]

  3. Ciao Jacopo, potresti postare degli esempi di “come questo tipo di gesto sia in realtà EFFICACE, indipendentemente dalle distanze” con un commento? Potremmo provare insieme a ragionarci su. Grazie

  4. Buongiorno! Leggo ora la vostra risposta… Comunque certamente! Ho condiviso il mio personale punto di vista da portiere sul mio blog, dunque… in linea generale concordo assolutamente col fatto che l’attacco palla sia un gesto piu “attivo” nella chiusura dello spazio, tuttavia penso che la tecnica del gesto dipenda dalle caratteristiche dei singoli portieri, oltre che dalle situazioni. Se un portiere dotato di fisicità, struttura e mobilità utilizza una tecnica a croce, è probabile che risulti efficace. Come avviene per i portieri tedeschi per lo più, che seppure esasperano questo concetto anche in situazioni dove si potrebbe optare per l’attacco palla, nell’uno contro uno hanno altissime percentuali di parate. Al contrario, potrebbe essere controproducente usare la “croce” per portieri con caratteristiche fisiche differenti (più bassi, o con meno copertura). Pensiero totalmente personale, ritengo che la croce possa essere usata magari non solo in circostanze di copertura molto ravvicinata (non superiore al metro/metro e mezzo), ma anche in situazioni di dinamicita’, quando non si ha il tempo di attaccare la palla ma la distanza è comunque troppo poca per avere alte possibilità di riuscita. Un esempio potrebbe essere la parata di Neuer su Mbappe nell’ultima finale di Champions (anche se è stato fischiato poi il fuorigioco) oppure quella di Ter Stegen dello scorso anno contro il Siviglia, dopo il colpo di testa. Voi cosa pensate a riguardo? Un saluto!

  5. Ciao Jacopo, grazie per la risposta. La croce, o passive block/shot block in inglese, è un gesto tecnico di cui si è parlato tanto in Italia. L’idea di base, è quella di bloccare passivamente il tiro con il corpo. Come hai anticipato nel commento, tale impostazione trae vantaggio nella chiusura degli spazi molto ravvicinati e con i portieri dotati di fisicità, struttura e mobilità (e, aggiungo io, se sei un campione). L’attacco alla palla è un gesto in netta contrapposizione con la croce. Tra l’altro, lo sono anche i nomi: “passive” block e “attacco” alla palla.

    L’attacco alla palla è una soluzione tecnica nata per elaborare una strategia su come affrontare o anticipare l’attaccante osservando il comportamento. Questo modo di fare rende il portiere pensante, perché lo costringe ad elaborare delle scelte mettendo in pratica il suo bagaglio tecnico (attacco palla, leva gamba, respinta con le mani laterale, respinta con il corpo).

    Viceversa, con la croce l’unica soluzione è posizionare il corpo e subire il tiro scoprendo tutta la zona sopra la testa. Un’ulteriore considerazione da fare è il rischio sull’eventuale seconda palla nata dalla respinta di corpo. Subendo il tiro, il portiere non è in grado di indirizzare il pallone in una zona di campo meno pericolosa. Al contrario, rimanendo attivo e scegliendo di non attaccare, il portiere potrebbe eseguire una parata in tuffo e deviare il pallone lateralmente riducendo il rischio della conclusione sulla seconda palla. Questa soluzione è disponibile solo se rifiuti di essere passivo.

    In conclusione l’attacco alla palla è un gesto tecnico che fa parte del bagaglio tecnico del portiere. Per sfruttarlo è necessario pensare ad una strategia che gli consenta di utilizzare più gesti tecnici con lo scopo di evitare il goal e di ridurre la possibilità di concedere la seconda palla all’avversario (possibilità preclusa ai portieri che utilizzano la croce).

    Gianluigi Buffon
    Lewis

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