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Estate 2021: l’Italia dei grandi maestri dello sport

Maestri

Se alle olimpiadi abbiamo battuto ogni record, il merito non è soltanto degli atleti ma anche degli allenatori. Spesso nell’ombra, i maestri giocano un ruolo determinante soprattutto come educatori.

E’ passato poco più di un mese dall’incredibile performance dello sport italiano, iniziata con Matteo Berettini, primo italiano in finale a Wimbledon e conclusa con la parata di Donnarumma. Un mese con in mezzo la vittoria del campionato europeo, il miglior giocatore del torneo, 40 medaglie olimpiche e, per uno strano caso organizzativo, il re dei 100 m e quello del salto in alto si sono ritrovati nello momento e nello stesso luogo abbracciati sotto la bandiera tricolore. E cosa dire del quartetto più veloce del pianeta? 19 medaglie conquistate in altrettanto discipline. Un altro record. In mezzo a tutte queste conquiste ci sono storie di fatica, di cadute e di rinascita. La domanda che in molti si sono posti è: com’è stato possibile tutto questo?

Grazie allo sforzo degli atleti ma anche grazie ai loro maestri. Coloro che le medaglie non le ricevono e a volte non sono neanche al loro fianco. Il loro lavoro si svolge dietro le quinte, sui campi e nelle palestre specializzate al di fuori delle inquadrature televise. Questi giochi olimpici sono stati i loro giochi olimpici. Tra i tanti, il giornalista cita Roberto Baglivo (da Mesagne, Brindisi) e Lucio Zurlo (da Torre Annunziata). Due uomini del sud, il primo mentore di Vito Dell’Aquila, campione olimpico nel Taekwondo, il secondo di Irma Testa, bronzo nella boxe femminile. Persone abituate a fare con ciò che si ha, non a recriminare per quello che non si ha, capaci di tirar fuori il meglio dai loro atleti partendo da palestre magari dimesse nell’aspetto ma capaci di trasmettere una dignità impareggiabile. Come loro, migliaia di altri uomini e donne del nostro paese capaci di compiere il miracolo di “farti sentire” forte. In quei posti non conta lo stipendio, ma le condizioni che con cui trasmetti le nozioni tecniche e tattiche. Da qui nasce la differenza tra istruttore ed educatore. Il primo ha il compito di istruire riempiendo un contenitore, il secondo significa l’esatto opposto: riconoscere il talento e tirar fuori il meglio da lui creando intorno ad esso le migliori condizioni affinché esploda. Questa meravigliosa estate ci ha lasciato questa eredità. Abbiamo bisogno di meno istruttori e più educatori, dando loro la giusta importanza. D’altronde senza di loro, sarebbe stata un’altra estate.

Articolo completo su Il Foglio, autore Mauro Berruto.

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