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Le contromisure degli allenatori e il dilemma dei gol su punizione in Serie A: L’analisi di Luca Marchegiani.

Punizione barriera

Sotto l’ombra dei grandi nei calci di punizione: Marchegiani riflette sulle sfide attuali nel calcio post-epoca d’oro di Totti, Del Piero e Baggio.

Nell’intervista rilasciata al giornale La Stampa, Luca Marchegiani esprime la propria opinione analizzando diversi fattori che stanno influenzando i tiratori nei calci di punizione. Secondo il commentatore di Sky Sport, la mancanza dei fuoriclasse come Totti, Del Piero, Baggio, Zola, Pirlo e Mihajlovic, specialisti dei calci piazzati che dominavano l’epoca d’oro, è un elemento significativo. Tuttavia, l’ex portiere suggerisce che anche l’altezza dei portieri, in media 7-8 centimetri più alta rispetto al passato, contribuisce a ridurre lo spazio tra i pali. Inoltre, gli allenatori hanno cambiato il modo di comporre le barriere. Ai sui tempi infatti, era difficile vedere i difensori centrali in barriera. Era più comune vederli in mezzo all’area di rigore. Adesso i giocatori più alti vengono utilizzati per opporsi al tiro con la conseguenza che e barriere sono più alte e l’abilità dei giocatori di saltare al momento giusto aggiungono ulteriori sfide per trasformare il tiro in goal.

Il cambiamento nella struttura degli atleti è evidente, ma la fisica rimane la stessa. Marchegiani suggerisce che potrebbe essere necessario esplorare nuove modalità di esecuzione, come ad esempio il tocco e tiro utilizzato fino agli anni ’80, per muovere la barriera e contrastare l’aumento dell’altezza. Alcuni giocatori come Raspadori hanno adottato strategie alternative, passando il pallone di lato anziché cercare il tiro diretto. Infine, Marchegiani individua potenziali tiratori di punizioni che potrebbero guidare una riscossa, citando Calhanoglu, Dybala, Pellegrini e Vlahovic come possibili candidati, anche se riconosce che siamo lontani dalla generazione d’oro che era abituata a segnare con regolarità su punizione.

Fonte La Stampa

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