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Scouting del portiere: alla ricerca del talento

di Daniele Borri e Marco Borri

In questi anni si è scritto molto sullo scouting dei calciatori di movimento, ma meno è stato fatto per la figura del portiere. Quello dell’osservazione dei numeri uno è un ramo del settore che lascia ancora spazio ad approfondimenti e sviluppi. 

Quello del portiere è un ruolo molto particolare, si tratta di “uno sport nello sport”, una disciplina individuale all’interno di un contesto di squadra, che per questo necessita di competenza specifica da parte di chi osserva. 

Con questo articolo vogliamo cercare di offrire alcuni spunti per rendere il più oggettivo e pratico possibile il lavoro di chi osserva, senza dimenticare l’importanza della “sensibilità ” dell’osservatore che è fondamentale.

Non esiste la formula del talento e riconoscerlo in uno sport situazionale come il calcio, in un ruolo come quello del portiere è ancora più complicato. Solo uno gioca in porta, il portiere non è duttile diversamente da quanto accade per altri ruoli. Solo questo rende l’idea di quanto per un portiere  sia molto più complesso emergere e, allo steso tempo, quanto sia “spietata” e complessa la selezione (anche in relazione alla continua evoluzione di questo sport).

Esistono diverse definizioni di talento e, riguardo a questo concetto, molto dipende da come viene inteso e utilizzato. Per alcuni è il risultato di fattori ambientali e di allenamento; per altri, invece, è l’espressione di fattori innati. 

Il talento è anzitutto un fenomeno cognitivo-coordinativo. Ha talento colui che rispetto ai coetanei mostra, soprattutto in gara, capacità sopra la media. Talento è la capacità di “saper fare” con semplicità è naturalezza, senza accusare pressioni, evidenziando anche predisposizione al miglioramento (M. Borri). Quest’ultimo aspetto è imprescindibile per poter arrivare, esprimersi e confermarsi ad alto livello.

A dimostrazione di ciò, abbiamo esempi di portieri non più giovanissimi che sono in grado di eseguire performance di alto livello. Qui entra in gioco anche l’allenatore di portieri che crea le condizioni necessarie ad esaltare le caratteristiche talentuose del numero uno. E’ consuetudine infatti pensare che allenare portieri di talento sia più semplice che allenare portieri comuni. In realtà, è proprio il contrario. Se è pur vero che il portiere di talento vive per colpi “straordinari fuori da ogni schema”, per allenare, gestire e mantenere prestativi nel tempo giocatori di tale caratura, è necessaria altrettanta dose di talento.

Per rendere più pratica e intuitiva la comprensione riportiamo l’efficace racconto del Prof. Enrico Arcelli: “c’è un aneddoto riferito a oltre 200 anni fa, quando la fotografia non era stata ancora inventata, riguardante una spedizione in una zona interna dell’Africa. Un giovane, alla prima esperienza, chiede – per l’ennesima volta – a chi invece era già stato varie volte in Africa, come potrà riconoscere un elefante quando gli succederà di incontrarlo. Quello, ancora una volta, gli spiega che si tratta di un animale enorme, grigio, con delle grosse orecchie, con delle zampe massicce e con il naso molto molto lungo. Alle ulteriori richieste di precisazione del giovane, aggiunge “Stai certo che quando lo incontri, capisci subito che è proprio un elefante!” (fonte: “L’osservatore calcistico a 360°” di M. Borri, Calzetti&Mariucci Editori; 2014).

E’ difficile, al primo sguardo, come nel caso dell’elefante, prevedere che un giovane abbia le qualità per diventare un vero campione. Quasi mai il talento è così cristallino e spesso è nascosto, latente e può diventare evidente solo nel tempo (prospettiva).

Se è pur vero che abbiamo parlato di “oggettività del talento” non bisogna tralasciare l’istinto, l’emozione, quella scintilla emotiva degli osservatori che è necessaria ad individuare gli aspetti più nascosti e latenti del talento. Aspetti magari estrinsechi dal gioco, evidenti a pochi o solo in prospettiva.

Per questo è importante che ogni club stabilisca, insieme ai suoi osservatori e/o direttori tecnici e sportivi, quali possano essere i parametri che insieme costituiscono il talento (“elefante”).

Questo potrebbe sembrare una rappresentazione del talento fine a sè stessa. Partendo dall’intuizione geniale del professore, crediamo che questo possa essere l’unico modo per analizzare e identificare il talento o almeno gli aspetti che lo costituiscono. Spesso, infatti, si parla di talento in modo spropositato o di “elefanti tra i campi” quando nella realtà ce ne sono molto pochi.  

Ostinarsi nella ricerca dell’Elefante riteniamo che sia controproducente, poiché facilmente riconoscibile. Crediamo invece sia utile strutturare un metodo di analisi oggettiva al fine di facilitare l’individuazione di quegli aspetti che possiamo definire i “parametri talentuosi” che concorrono a determinare il talento (“elefante”).

Stabiliamo, per esempio, alcuni dei parametri che caratterizzano il portiere di livello come: motricità, equilibrio emotivo, struttura (h – kg), intelligenza sportiva, intraprendenza, ecc. Ecco che, maggiori saranno i parametri presenti nel portiere osservato, più sarà alta la possibilità che ci stiamo avvicinando al nostro “elefante”.

Durante l’osservazione vi accorgere come siano veramente pochi i portieri che, anche ai massimi livelli, possiedono tutti i punti stabiliti. Questo significa che alcuni parametri hanno una maggiore incidenza di altri e influiscono maggiormente sulla possibilità di raggiungere i massimi livelli. 

Anche chi non possiede tutti i criteri di giudizio precedentemente stabiliti avrà comunque degli aspetti molto marcati, che spiccano dalla media, e proprio questi diventeranno il loro talento compensatore grazie al quale riusciranno ad emergere, ma anche in questo caso non si tratterà di “elefante”; questo spiega la differenza tra il “talento” e il “talentuoso”. 

Nonostante lo scouting non sia una scienza esatta, un approccio scientifico può essere certamente di aiuto. Oggettivato il concetto di talento non resta che ricercarlo, consapevoli del fatto che “l’elefante” potrà sempre cercare di nascondersi… 

Daniele Borri: è stato allenatore in club dilettantistici e professionistici fino ad approdare nel 2013 alla Juventus come allenatore dei portieri nel settore giovanile e, successivamente, anche Collaboratore della prima squadra (Serie A). Dalla stagione 2018/2019 è Allenatore dei Portieri della Primavera del club bianconero. 

Marco Borri: Osservatore Abilitato F.I.G.C. al primo corso federale 2015. Autore di diverse pubblicazioni. Docente in scuole e università a indirizzo sportivo e relatore a corsi e convegni. Ex di Aldini, Varese e AlbinoLeffe.

Bibliografia e sitografia per approfondire

“L’osservatore calcistico a 360°” di M. Borri, Calzetti&Mariucci Editori (2014)

“Manuale del talent scout nel calcio” di M. Borri, Calzetti&Mariucci Editori (2017)

“Vivere da osservatori calcistici – Esperienze e consigli” di M. Borri, Calzetti&Mariucci Editori (2019)www.3borri.it 

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