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De Sanctis: ecco il ”mio” portiere

Segnaliamo l’intervista a Morgan De Sanctis pubblicata sul sito dell’ A.I.A.C.

Qual è stata la motivazione che ti ha spinto a scegliere il ruolo del portiere?

Sono nato a Guardiagrele, un paesino in provincia di Chieti, dove potevo giocare per strada senza pericolo, come i nostri genitori e i nostri nonni. Ho iniziato a giocare subito in porta per “esclusione”: gli altri bambini erano più grandi e forse più bravi di me coi piedi. Da bambino non ero alto: sono cresciuto molto intorno ai tredici, quattordici anni. Non si è trattato del classico “tu che sei alto vai in porta”: ho deciso io, consapevole che coi piedi non me la cavavo più di tanto, mentre invece adoravo tuffarmi e non avevo paura di prendere una pallonata in faccia. Allora non ci tenevo a giocare fuori dalla porta, mentre oggi a volte penso che mi piacerebbe non essere portiere per dare una mano… anzi, per meglio dire, i piedi ai miei compagni anche all’attacco. Da quel momento in poi, comunque, ho fatto il portiere senza pentirmene mai. Se devo citare un motivo particolare che mi ha fatto scegliere questo ruolo, confesso che mi hanno sempre affascinato i guanti. Potersi distinguere dagli altri, con guanti, cappellino e maglie di colore diverso, in uno sport di squadra come il calcio, è già una dimostrazione di carattere, necessario al ruolo del portiere.

Continua a leggere l’intervista clicckando qui.

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Muslera: “l’istinto animale del portiere”

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Nel mese di Febbraio, lo staff del blog ha avuto il piacere di assistere ad una seduta di allenamento di Fernando Muslera insieme a Luciano Minerva. Sotto sua segnalazione (e sua gentile concessione) vi segnaliamo l’intervista risalente quel giorno e pubblicato solo in questi giorni.

Luciano Minerva: giornalista, ha lavorato per la Rai dal 1987 al 2009, autore di saggi e libri sullo sport e la televisione tra il 1982 e il 1990. Dal 2000 ha intervistato autori di 52 Paesi (la raccolta in www.incontri.rai.it). Ha realizzato con Paolo Aleotti un documentario sulla vita di Tiziano Terzani. Raccogliendo i materiali per il suo primo romanzo, sulla storia del polpo Paul e delle sue origini elbane, si è appassionato all’Octopus thinking, il pensiero creativo, laterale e divergente, che raccoglie e organizza nel sito www.elbadipaul.it

Da elbadipaul.it:

Fernando Muslera, portiere della nazionale uruguaiana, è l’eroe del giorno, dopo la vittoria contro l’Argentina, nella Coppa America 2011.

Era febbraio, quando l’ho incontrato a Formello, dopo un allenamento della Lazio, per fargli alcune domande sul mestiere di portiere e il suo rapporto con l’istinto animale. Quando gli ho posto la prima domanda, scoprendo subito il gioco, non mi aspettavo che si sarebbe divertito all’idea di considerare la parte animale e istintiva del portiere e ne sarebbe venuta fuori un’intervista, di una buona mezz’ora, del tutto insolita, sulla sua esperienza sportiva.

L’idea originaria, lo scopo della chiacchierata, era quella di partire dal polpo Paul, dal racconto fantastico della sua origine elbana e e dal romanzo che sto scrivendo, dal titolo provvisorio “La metamorfosi di Paul. Vita, storie e misteri del polpo indovino.” Paul, in questa storia, non sarebbe altro che il prodotto di una metamorfosi: prima di essere polpo era stato il giovane portiere di una squadra dell’isola d’Elba, soprannominato “La piovra”.

Sto provando – così è iniziata l’intervista – a immaginare un personaggio che è un portiere ma è destinato a diventare un animale. Secondo te, quanto c’è di animale in un portiere?”
Tanto. Secondo me il portiere deve essere un po’ pazzo, deve buttarsi a terra, magari rischia di essere colpito da un giocatore, ma il portiere deve avere ugualmente quella pazzia di buttarsi a testa bassa ovunque, ci sia una mischia o no. Se vogliamo ragionare in termini percentuali, direi che, rispetto ai giocatori, il portiere ha un ottanta per cento di animalità, i giocatori il venti.
Se usiamo la metafora dell’animale la palla è certamente una preda: dove va, bisogna prenderla e farla nostra. L’animale attacca per istinto la preda, il portiere lo fa con la palla, più che i giocatori.

C’è una forza magnetica che unisce il portiere e la palla?

Dipende dalle partite. Non so se è davvero così, se c’è un vero magnetismo, ma a volte lo senti proprio così, già all’inizio della partita. Ci sono momenti in cui vedi che dove tirano la palla ti arriva addosso, dove sei tu va la palla.  vuol dire che sei tu la calamita che quella è la tua giornata, che c’è il magnetismo giusto, dalla persona alla palla.

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Ivano Bordon: Buffon ha ragione sui portieri italiani (1/2)

Ivano Bordon (Marghera, 13 aprile 1951) è un allenatore dei portieri ed ex calciatore italiano che ricopriva il ruolo di portiere. Attualmente riveste la carica di allenatore dei portieri nella nazionale italiana. In Italia è l’unico ad aver vinto la coppa del mondo da calciatore (Spagna ’82) e da tecnico (Germania 2006).

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Intervista a Nando Scarpello: ricerchiamo talenti!

Ferdinando Scarpello (autore della nostra didattica sulle palle alte), ci spiega cos’è e come funziona l’accademia Aspire. Scuole finanziate dal loro governo, vanno alla ricerca di nuovi talenti per innalzare il livello sportivo nazionale. Le ultime due nazioni che hanno convalidato questo progetto sono Cina (per via delle olimpiadi) e Canada (prendendo spunto dal modello scientifico dell’Inghilterra). La stessa UEFA, tramite la carta del Grassroots, sta provando ad instaurare tale cultura. Il progetto coinvolge tutti gli sport e non esiste fallimento. Tra gli obiettivi, infatti, c’è quello di far conoscere lo sport alle generazioni future, in modo tale di non farlo abbandonare successivamente.

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Intervista a Marco Onorati: Come ti alleni giochi!

Cliccka per vedere l'intervista
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Il blog ha intervistato l’allenatore dei portieri del Catania, Marco Onorati. Un ringraziamento al mister per la sua disponibilità. Tanti i temi trattati durante la nostra chiaccherata, tra cui le ultime dichiarazioni di Alberto Fontana, il nuovo corso per allenatori dei portieri, il lavoro svolto dall’ APPORT e del Mister Walter Zenga. Per la prima volta in assoluto, l’intervista è stata registrata in video.

Testo:

Il calcio è evoluto. Specialmente per quanto riguarda il ruolo del portiere. Inanzitutto perchè le azioni sono più veloci rispetto a prima e quindi ci sono molti più contropiedi e poi per il portiere, si gioca molto di più con i piedi e quindi c’è più collaborazione con il reparto difensivo. Quando i difensori si trovano in difficoltà, si appoggiano al portiere e il portiere deve essere bravo a mistare la palla calciandola o mandarla dalla parte opposta. Continua a leggere Intervista a Marco Onorati: Come ti alleni giochi!