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Quando i portieri diventano cannonieri: le loro imprese memorabili

Sono diventati dei miti inarrivabili: i portieri goleador! Non solo Provedel contro l’Atletico Madrid, ma anche Rampulla, Taibi e Amelia. Ecco un resoconto dei numero uno che hanno realizzato almeno una rete nella loro carriera.

La grandiosità dell’evento non risiede tanto nell’aver segnato un goal, ma nel profondo significato che esso porta con sé. Nel mondo del calcio, non c’è nulla di più stupefacente che assistere a un portiere mettere a segno una marcatura. L’uomo che per l’intera durata della sua carriera è tenuto a trattenere l’urlo di gioia degli avversari, si permette il lusso di scatenare l’euforia in uno stadio intero. Un momento epico che che resterà impresso nella memoria dei tifosi (e non solo). Eventi memorabili che spaccano schemi e moduli e ci ricordano come, nei momenti critici, l’uomo sia capace di trovare soluzioni ingegnose ed efficaci. E di riuscirci in una frazione di secondo.

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Maignan: lancio di 77 metri per Leao, così è nato il goal del vantaggio

Maignan

La Samp ci veniva a prendere, è stato conveniente provare il lancio; bravi Leao e Maignan – Stefano Pioli nel post partita di Milan-Sampdoria [Fonte La gazzetta dello sport 14-02-2022]

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Estate 2021: l’Italia dei grandi maestri dello sport

Maestri

Se alle olimpiadi abbiamo battuto ogni record, il merito non è soltanto degli atleti ma anche degli allenatori. Spesso nell’ombra, i maestri giocano un ruolo determinante soprattutto come educatori.

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Cragno: “Devo tanto a molti, con Antonello Brambilla ci sentiamo ancora adesso”

Cragno a Cagliari

Alessio Cragno, portiere del Cagliari ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine della Gazzetta dello sport.

Il portiere è nato a Fiesole, iniziando nella Polisportiva Sieci. A 16 anni è al San Michele Cattolica Virtus al Brescia, dove rimane fino al 2014 prima di essere acquistato dal Cagliari. Il club rossoblù lo gira in prestito a Lanciano e Benevento e con i campani conquista la promozione in Serie A. Cragno gioca in tutte le nazionali giovanili e arriva nell’Italia del c.t. Mancini il 7 ottobre scorso, nella sua Firenze contro la Moldavia.

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Franco Tancredi: “Noi non insegniamo solo a parare, ma come parare”.

Fonte il Foglio del 24-10-2020

Franco Tancredi è un ex calciatore italiano, di ruolo portiere. Vincitore di uno scudetto (1983) e quattro Coppe Italia (1980, 1981, 1984, 1986) con la Roma. Nel 2012 è stato inserito nella hall of fame della squadra capitolina. Ha conquistato anche una Coppa Mitropa con la maglia del Torino nel 1991. Un passato da allenatore dei portieri alla Roma, Milan, Torino, Juventus, Real Madrid, Inghilterra, Russia e Jiangsu Suning. Ecco le parole del mister nell’edizione cartacea del quotidiano:

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Ospina e Meret, i portieri girevoli

fonte Il Mattino edizione del 07-03-2020
La sfida del portiere Colombiano, diventato titolare a Napoli, con il giovane portiere italiano Alex Meret.

Fino a 3 mesi fa, David Ospina, con il Mister Ancelotti, aveva racimolato 5 presenze da titolare in campionato su 15 e, zero presenze in Champions League. Con l’arrivo di Gattuso tutto ha preso un’altra piega. La decisione ultima, puntare sul più esperto. Ospina ovviamente non ha battuto ciglio, aspettava questa opportunità da ben due anni, da quando lasciò il Club in Inghilterra (Arsenal), facendo il secondo a Cech. Dicono che il pregio sia il suo carattere glaciale e che il suo idolo da bambino era Valderrama. In Colombia, all’età di 7 anni, giocando in porta, ogni volta che prendeva goal piangeva dalla rabbia. Un carattere forte già da piccolo, a dimostrazione del fatto che il colombiano è uno di quelli che sa alzare la voce, non teme il contrasto e gioca bene con i piedi. Il suo temperamento si è palesato nelle recenti prestazioni. L’errore di Roma contro la Lazio avrebbe dovuto metterlo KO, invece, il nuovo numero uno partenopeo, si e’ dimostrato all’altezza del compito giocando una bene appena 3 giorni dopo nella partita di Coppa Italia. Nel 2020 ha saltato solo 3 gare, la fiducia data dal Mister Gattuso è stata ripagata. Ormai non è più la riserva ma il titolare, non accadeva dai tempi del Nizza (stagione 2013-2014).

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La A in mani straniere. Il declino dei portieri italiani, Zoff: una scuola in crisi

Manca la fascia media. Si lavora sui piedi e poco sulla tecnica. Di Carlos Passerini, Corriere della sera 17-07-2019

La serie A è in mano straniere. O meglio in guanti. Perché straniero sarà più di un portiere su due della prossima serie A. 11 titolari solventi. Poi, certo, il campo magari rimescolare era le carte. Per ora però i “campetti” sui giornali sportivi non mentono: più del 50%. Una statistica che suggerisce inevitabilmente una domanda: Dove sono finiti i numeri uno italiani? Oppure c’è una crisi di vocazione? Solo una questione di moda? Di esterofilia? Oppure c’è una crisi di vocazione? Un vuoto generazionale?

Dino Zoff non ha dubbi: “la scuola è in crisi. E la colpa è tutta del metodo di allenamento. Oggi si lavora molto sui piedi e poco sulla tecnica specifica del ruolo. Cosa serve che un portiere faccia ripartire bene l’azione se poi non azzecca un’uscita o non blocca un pallone che sia uno? La verità è che per anni abbiamo insegnato resto al mondo e ora siamo rimasti indietro”. Secondo l’ex numero uno il problema riguarda “soprattutto la classe media”. Non è un caso che per la porta della nazionale siamo coperti, e per un bel pezzo: Donnarumma 20 anni, Meret 22, Audero 22, Cragno 25, Plizzari 19. Il guaio è la base. “È sparita la figura del portiere affidabile, quello che magari non fa miracoli ma acchiappa tutto quello che si può acchiappare” chiude Zoff. Anche i dati storici dicono che qualcosa è successo, che qualcosa è cambiato. Nel 1995/1996 in A c’erano 18 italiani titolari su 18. Nel 2005/2006 16 su 20. Nel 2010/2011 12 su 20. La questione fu sollevata già da un altro grande numero uno, Walter Zenga, che in un’intervista alla gazzetta dello sport di qualche anno fa individuava però altre ragioni: “c’entrano selezione, crescita, tenacia. Ma anche la fiducia da parte degli allenatori e delle società”. Le quali, è storia nota, hanno spesso più convenienza nell’acquistare dall’estero. È così che si arriva 11 su 20. Elenchiamoli: il polacco Szczesny alla Juve, lo sloveno Handanovic all’Inter, lo spagnolo Pau Lopez alla Roma, l’albanese Strakosha alla Lazio, il polacco Dragowski alla Fiorentina, il romeno Radu al Genoa, l’argentino Musso all’Udinese, il polacco Skorupski al Bologna, l’albanese Berisha alla Spal, il finlandese Joronen al Brescia, il brasiliano Gabriel al Lecce. Dalla Polonia ben tre titolari. Il feeling fra i calciatori polacchi e il nostro torneo è ormai un’evidenza da anni, la novità è che ora importiamo anche i numeri uno. Ma non è questa l’unica curiosità. Colpisce anche il fatto che per i portieri che arrivano da oltreconfine adesso si investano parecchi soldi. La Roma ha pagato Pau Lopez quasi 30 milioni al Betis Siviglia. È il portiere più costoso della storia del club giallorosso, che sogna di ripetere l’affare Alisson, preso a 8 milioni nel 2016 e rivenduto a 72 nel 2018. Doveva essere però così anche un’estate fa con Olsen, rivelatosi poi un impiastro. Il Brescia di Cellino, fin qui estremamente cauto sul mercato, ha sborsato la bellezza di 5 milioni per Joronen: per una neo promossa solo un mucchio di quattrini. Siamo di fronte a una nuova bolla, dopo quella dei difensori?